Pagine

venerdì 13 gennaio 2012

How old would you be if you didn’t know how old you are?

Quel geniaccio di Richard Branson tra una riflessione sul mondo ed un appello a favore dell’Africa, ha posto questa interessante domanda su twitter: 
Che età avreste se non conosceste la vostra età?
(onestamente suona molto meglio in inglese, ma rende l’idea anche così).

In pratica, quanto vi sentite vecchi (…how old eheheh), al di là della vostra età anagrafica?

Il tema è molto stuzzicante.
La risposta effettivamente non mi è ben chiara, tant’è che di primo acchito ho risposto “forse 16, forse 60”.  
Non si tratta però della solita trovata per farsi ritwittare da un VIP (tra l’altro eventualità scongiurata), ma di una reale condizione di incertezza che penso non appartenga solo a me ma anche a molti altri.
Pertanto ho ritenuto che l’argomento fosse degno di alcune riflessioni:

Il  parlare de “Le età dell’uomo” mi fa tornare in mente il titolo di un episodio di “Esplorando il Corpo Umano”, raccolta della quale posseggo tutti i volumi e che ritengo importante nella mia formazione tanto quanto Quark e i film di Bud Spencer e Terence Hill.
L’episodio riportava, tra l’altro, il noto indovinello della sfinge che per completezza riassumo di seguito:

“Qual è quell’animale che al mattino cammina su quattro zampe, a mezzogiorno su due, e la sera su tre?”

Altrettanto nota è la risposta: l’uomo. Egli infatti nella sua infanzia (al mattino) cammina a quattro zampe, nella maturità in posizione eretta ed alla sera (vecchiaia) si appoggia ad un bastone.
Questa era la visione dell’età dell’uomo nella società antica, e tale è rimasta fino alla permanenza della società rurale:

I giovani sono quelli che non producono, gli adulti quelli produttivi, i vecchi quelli che hanno smesso di produrre.

Semplice e brutale.
Oggi (per fortuna?) non è più così, si rimane improduttivi più a lungo del limite della giovinezza, e si resta produttivi anche in età avanzata, spostando in un certo senso l’asticella dell’età più in avanti.

Ma possiamo fermarci a questo? L’età di un uomo è davvero solo legata alla sua produttività? Nella mia convinzione, ovviamente no. Non si può prescindere dalle emozioni. 
Molti giovani oggi si sentono già anziani, ed al contrario un gran numero di adulti non si rassegna a prendersi le proprie responsabilità. Inoltre vanno considerati i casi specifici, come i disoccupati cinquantenni che piangono la loro improduttività, o l’arzilla 70enne che ogni mattina fa la sua passeggiata al parco…

In conclusione, ad oggi la Sfinge avrebbe difficoltà a trovare un moderno Edipo in grado di rispondere al suo quesito. Il massimo che possiamo fare è guardarci dentro e rispondere a noi stessi.
E voi, che età vi sentite?